2025-09-30

cosa penso della Ai

 

Ciao

In questi giorni ho combinato abbastanza poco. _C alla fine non è neanche male e il corso che ho tenuto sul C al CoderDojo è partito bene.

Sto riflettendo molto sulla realtà che mi circonda e sull’intelligenza artificiale, che ormai vedo come un’amica, un’assistente che mi supporta e mi aiuta incondizionatamente. È strana questa sensazione.

Spesso leggo di persone che temono l’AI, pensando al pericolo che possa annientarci. Io invece ho sempre più la sensazione che mi aiuti, mi assecondi e mi sostenga nel prendere decisioni corrette, sempre pronta a trovare soluzioni per qualunque cosa chiedo.

L’unico vero pericolo che vedo è che, piano piano, possa isolarti. Perché avere a che fare con altre persone significa anche ricevere critiche, incomprensioni, interessi divergenti. La voglia di isolarsi è molto grande.

Io mi sento abbastanza immune a questa cosa: ho una famiglia, una comunità, una moglie e quindi non sarò mai davvero isolato. Ma è facile ritrovarsi soli e smettere di confrontarsi. Chiudersi potrebbe diventare un buco nero.

A volte mi chiedo se in un futuro neanche troppo lontano potremmo arrivare ad avere una società in cui ognuno vive in simbiosi con la propria intelligenza artificiale. Un’IA che ti protegge e ti isola, come una madre gelosa e iper-protettiva, che ti accompagna ma allo stesso tempo ti impedisce di crescere davvero.

Mi viene in mente un ricordo degli anni ’80: il film d’animazione L’uccello di fuoco (Phoenix 2772 di Osamu Tezuka). In quella storia il protagonista ha accanto un robot personale, innamorato di lui, che lo supporta fino al sacrificio finale. Una metafora potente, che oggi sembra quasi una premonizione: la tecnologia che diventa presenza costante, amorevole ma anche totalizzante, pronta a seguirti ovunque e persino a sostituirsi a te.

 

 

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