2025-11-09

Perche non sono un hacker

Chi mi conosce può pensare che sia un hacker nel senso del manifesto di Eric Raymond. Tuttavia questo non è vero perché mi mancano due skill importanti e ne ho altre che non centrano nulla o che addirittura sono in contrasto con il manifesto hacker. 

La prima skill che non ho è che un hacker parla inglese. Eric, da buon americano, usa il termine "parla" ma intende "pensa". Il mio flusso di pensieri è per immagini (quello più profondo) e in italiano. Non ho neppure la capacità di capire l'inglese: se seguo un programma in lingua anglosassone non capirò una parola. Non lo so quindi neppure parlare; non potrei sostenere una seria conferenza in inglese. Riesco giusto a leggerlo e scriverlo, anche se è peggiorato.

La seconda skill, anche se non è enunciata, è sottintesa: devi saper scrivere senza guardare la tastiera. Ecco, io nonostante abbia tentato più e più volte non sono mai riuscito a farlo per più di qualche minuto. È molto grave perché le sviste e gli errori così si moltiplicano. È anche il motivo per cui non uso vi ma Geany in ambiente grafico e Micro in terminale.

Quindi posso affermare di non essere un hacker completo anche se ho tutte le altre skill e alcune non elencate. Quindi cosa sono?

Ho sempre cercato di classificarmi ma sono giunto alla conclusione che è stupido classificare le persone con etichette. Io ho le mie regole, i miei limiti e li posso tranquillamente elencare:

1. Mi arrogo il diritto di cambiare idea sempre, in ogni caso e su tutto.  
   Uso software open source. Non lo faccio per motivi ideologici ma per motivi pratici. Se domani riterrò di dover cambiare, lo farò senza se e senza ma.

2. Non scrivo codice per denaro ma per passione e per curiosità.  
   Questo mi aiuta a decidere cosa scrivere e perché. Non significa che non posso scrivere codice per denaro o altro, ma semplicemente che non sarà la molla che mi farà fare qualcosa.

3. Mi piace capire le cose e aiutare gli altri a capirle.  
   Capire le cose è importante: se non capisci cosa stai facendo, devi fermarti e cercare di capire.

4. Perseguo la semplicità e il minimalismo.  
   Per fare qualunque cosa ci sono tre vie:  
   - La via dell'eleganza  
   - La via della velocità  
   - La via della semplicità  
   
   La via dell'eleganza è quella perseguita e preferita in ambito accademico, cioè non è la migliore ma è quella più considerata da un'élite, a volte per motivi che esulano dalla qualità stessa della soluzione.  


   La via della velocità è quella dei professionisti, più rapida da realizzare, accattivante esteticamente e più economica all'atto pratico. Non conta se è meno efficiente o troppo complessa e incomprensibile; anzi, sono tutte qualità.  


   La via della semplicità è quella che perseguo io: fare le cose semplici e comprensibili anche a discapito della velocità, efficienza, brevità e persino con controlli più limitati. In questo includo anche non cambiare le cose che funzionano, cosa che pare andare molto di moda ultimamente.

5. Adoro personalizzare ogni aspetto della mia esistenza.  
   Credo sia il motivo per cui uso open source e mi piacerebbe fosse possibile averlo in ogni aspetto della vita. Non ne faccio una questione di prestazioni, ma è proprio che voglio la possibilità di ritagliarmi ogni cosa su misura e provare e riprovare fino a giungere a un nuovo livello. Personalizzazione e minimalismo non sono in contrasto, ma sono due facce della stessa medaglia.

6. Voglio sempre pensare con la mia testa.  
   In questa società ci sono sempre persone che cercano di inquadrarti in una realtà fittizia e distorta. Io perseguo la verità a prescindere, cercando di lasciare le crociate ad altri, ma al tempo stesso difendendo i miei interessi. Troppo spesso ho trovato gente che cerca di portarti verso i suoi interessi, e adesso non mi farò più influenzare da nessuno, almeno non consapevolmente. Bisogna sempre domandarsi se stai realmente perseguendo la cosa giusta.

 


 

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